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I capricci dei bambini: comprenderli e gestirli
2017-11-27 I capricci dei bambini: comprenderli e gestirli

I capricci dei bambini, lotte di potere tra piccoli e genitori

I capricci sono strumenti che i bambini utilizzano per dimostrare la propria indipendenza e testare i limiti del proprio “potere”. Come reagiscono mamma e papà? Troppo spesso si sottomettono o fanno di tutto per accontentare i piccoli, memori di un passato non troppo lontano in cui gli adulti fondavano i rapporti con i bambini sulla paura e l’autoritarismo.
Come abbiamo scritto anche nell’articolo “Attaccamento ai genitori nei bambini: come nasce, come si sviluppa”, è importante imparare a dire “no”: in questo modo, il bambino comprende di essere amato e protetto anche quando prova sentimenti che non è in grado di gestire, come rabbia e paura, spesso reale fonte dei capricci. Infatti, molto spesso dietro pianti e lacrime si nasconde un reale disagio: spetta ai genitori comprenderlo e interpretarlo.

I terribili due anni

Conosciuti come “terrible two” nei Paesi anglosassoni, i terribili due anni segnano il momento in cui il bambino si rende conto di essere una persona autonoma e indipendente, separata dalla madre, con bisogni e desideri propri. Questa presa di coscienza si manifesta in capricci, pianti, crisi inconsolabili che spesso mandano in completa confusione i genitori. Perché? Perché il “no” è l’unico modo che ha il piccolo di manifestare la propria volontà.
“No” è anche una parola ambivalente: da un lato esprime il desiderio di autonomia; dall’altro, segnala al genitore paure, frustrazioni e insicurezze legate al bisogno di indipendenza.
Si tratta di sensazioni nuove e per questo “spaventose”, che il cervello del bambino non riesce ancora a processare e contenere.
Cosa fare per sopravvivere ai terribili due anni? Vediamo insieme qualche consiglio:

Bambino, ma persona!
Per quanto piccolo, tuo figlio è una persona e, come tale, ha diritto a sentirsi frustrato, stanco, impaurito. Sta ai genitori dimostrargli che queste sensazioni negative possono essere interiorizzate e gestite.

Poche regole, ma chiare e precise
Troppi divieti equivalgono a nessun divieto: è inutile sommergere i bambini di proibizioni.
È meglio selezionare dei “no” ai quali non derogare mai, neanche se sorgono conflitti, in particolare in tema di sicurezza: ad esempio, non toccare le prese elettriche o non arrampicarsi sulle sedie.

Dai delle alternative
È inutile impuntarsi e trasformare ogni cosa in una lotta. Invece di imporre a tutti i costi la tua volontà, prova a dare sempre al bambino due alternative: preferisci la maglietta blu o quella rossa? Oggi vuoi andare al parco o dalla nonna?
In questo modo si sentirà più indipendente e responsabile.

Cerca di rimanere calmo
Lo sappiamo: è più facile a dirsi che a farsi. Ma reagire ai capricci con urla o punizioni fisiche non serve. L’unico risultato è quello di rendere il bambino ancora più isterico, confuso e poco collaborativo. Bisogna dimostrarsi saldi, mantenere un tono di voce calmo, eventualmente abbracciare e contenere il piccolo per fargli sentire la propria vicinanza e comprensione.

Impara a riconoscere le emozioni
Un esercizio utile anche per i genitori: tradurre in parole le emozioni dei figli.
Un bambino di due anni non ha la maturità emotiva per dare voce alle proprie paure, ai bisogni, ai fastidi: è necessario che il genitore lo faccia per lui. Così aiutato, il piccolo imparerà a riconoscere e dare un nome a ciò che prova, e il genitore si sentirà meno frustrato davanti alle opposizioni del bambino.

Ricorda che…
Per quanto i capricci continui possano essere stancanti e frustranti, non vanno mai presi sul piano personale: tuo figlio non piange per fare dispetto a te, ma per esprimere sensazioni alle quali non può dare voce in altro modo. I “terrible two” sono solo una fase, che di solito non si protrae oltre il terzo anno d’età e sono fondamentali per costruire la personalità del piccolo.

I capricci dopo i tre anni

Gli atteggiamenti oppositivi dovuti alla nuova ricerca di autonomia dovrebbero diminuire intorno ai tre anni.
Se i capricci continuano, ricorda che questi atteggiamenti non sono mai fini a se stessi ma nascondono sempre un disagio, una richiesta di aiuto.
È bene anche tenere a mente che i bambini, come dicevamo, sono persone e, proprio per questo, hanno un loro temperamento e personalità.

Ma cos’è il temperamento? Secondo gli studi dei ricercatori Thomas e Chess, si tratta di un attributo individuale che non viene influenzato dall’ambiente e dall’educazione e che determina il modo in cui rispondiamo agli stimoli esterni.

Per questo, i ricercatori dividono i bambini in tre categorie:
Bambini facili
Hanno ritmi regolari sonno-veglia, sono curiosi nei confronti delle novità, si adattano ai cambiamenti, hanno di solito un atteggiamento positivo e collaborativo.

Bambini difficili
Non hanno ritmi regolari, temono le novità, reagiscono in modo sproporzionato alle difficoltà, sono spesso di cattivo umore.

Bambini lenti a scaldarsi
Hanno ritmi abbastanza regolari ma faticano ad adattarsi ai cambiamenti.
All’inizio possono sembrare bambini difficili ma, se adeguatamente supportati dei genitori e dalle persone che li circondano, possono sviluppare le caratteristiche dei bambini facili.

Verso i tre anni, i piccoli iniziano a padroneggiare la competenza emotiva: capiscono, ad esempio, che per attirare l’attenzione dei genitori i loro capricci devono essere intensi e plateali, mentre si comportano in modo totalmente diverso con gli amici o le maestre.

Se tuo figlio fosse in grado di comprendere e gestire i propri problemi e le emozioni negative, non ricorrerebbe ai capricci: prova a metterti nei suoi panni e a capire il suo punto di vista.
Ad esempio, molto spesso rispondiamo “no” a priori alle richieste dei bambini e raramente ci soffermiamo a pensare veramente ai motivi del nostro rifiuto.
Tuo figlio si rifiuta categoricamente di andare a letto all’ora stabilita? Forse ha paura del buio, o di essere abbandonato.
Chiede con insistenza un dolce dopo avere finito di mangiare? Anche agli adulti capita di avere voglia di qualcosa in più dopo il pasto.
Se la sicurezza e la salute del bambino non vengono messe a rischio, cedere per una volta a una richiesta non è la fine del mondo. Impuntarsi per fare a tutti i costi qualcosa come vuoi tu può essere più controproducente dell’assecondare, ogni tanto, le richieste di tuo figlio.
Prova quindi a metterti nei suoi panni in modo da comprenderne le motivazioni.
Attenzione: non si tratta di mettersi al suo servizio e concedergli tutto ciò che vuole, ma di non fermarsi alla superficie dei capricci e di capirne il legame con l’emotività.

La rabbia nei bambini: perché è utile

I bambini possono avere attacchi di rabbia che disorientano i genitori, li fanno sentire inadeguati e impotenti. Anche in questo caso, la parola d’ordine è “mantenere la calma” e non lasciare il bambino in balia delle sue emozioni.
La rabbia ha una sua utilità: è una forma di auto affermazione, serve al bambino per saggiare la propria forza nei confronti dei genitori e per capire di essere amato in ogni situazione, a prescindere dal suo comportamento.

Come reagire?
Non urlare e non rimproverarlo. Dagli il tempo di calmarsi da solo e dimostrati tranquillo. Rimani vicino a lui: questo lo farà sentire rassicurato e compreso. Puoi anche contenerlo con un abbraccio: spesso il contatto fisico è il modo più veloce per calmarlo.
Quando sarà tranquillo, se la sua età glielo permette, prova a chiedergli cosa lo ha fatto arrabbiare così tanto: questo consentirà a lui di sviluppare capacità di introspezione e a te di conoscerlo meglio.
Inoltre, si sentirà ascoltato e capirà che non è necessario andare in escandescenze per attirare l’attenzione.
gestire la rabbia nei bambini

Mio figlio fa i capricci in pubblico: cosa devo fare?

Uno dei più grandi incubi dei genitori sono i capricci in pubblico: oltre alle lacrime e alle grida del bambino bisogna sopportare lo sguardo di disapprovazione di una schiera di sconosciuti pronti a giudicare.
In generale, l’idea dominante è che in pubblico i bambini si devono vedere ma non sentire, e che i genitori devono sempre mantenere il controllo.
Oggi, poi, manca la solidarietà che un tempo si instaurava intorno ai genitori di un bambino piccolo: tutti, dalla nonna al vicino di casa, dall’amico di famiglia al negoziante contribuivano a insegnargli regole e comportamenti corretti. Ora il compito ricade quasi esclusivamente sui genitori.

È possibile prevedere in quali situazioni si possono scatenare i temuti capricci?
La risposta è si; di seguito alcuni delle situazioni più comuni:
– Quando sono presenti molte persone: ad esempio al supermercato, al ristorante, a una festa in famiglia.
– Quando si abbandona un’attività per un’altra, ad esempio quando si esce di casa per andare all’asilo, quando bisogna smettere di giocare per andare a letto ecc.
– Quando il genitore è sotto stress e trasmette la sua ansia al bambino.
– Quando un’attività particolarmente divertente finisce.

Sapendo ciò, è bene preparare in anticipo il bambino, dandogli il tempo di metabolizzare il cambiamento di situazione.
Ad esempio, dopo una giornata trascorsa al parco giochi con tutta la famiglia, invece di annunciare improvvisamente che dovete tornare a casa, preparalo in modo “soft”: dirgli “tra un’ora dobbiamo tornare a casa, ma non preoccuparti, possiamo ancora andare su una giostra” è diverso dal dirgli “ce ne dobbiamo andare subito!”.

Un altro modo per ridurre la possibilità di capricci in pubblico è coinvolgerlo.
Ad esempio, se devi andare a fare spesa o altre commissioni insieme a tuo figlio, spiegagli esattamente dove andrete, cosa farete e per quanto tempo starete fuori. Di solito ai bambini non piacciono i cambiamenti nella loro routine e sapere in anticipo cosa li aspetta li aiuta ad essere più tranquilli.

Capricci a tavola

Bambini che mangiano poco, che mangiano solo alcuni cibi, che hanno vere e proprie crisi quando si cerca di proporre una dieta più varia: il momento dei pasti può diventare un campo di battaglia per mamma e papà!
Spesso in preda a sensi di colpa, angoscia, paura che il bambino “si lasci morire di fame”, o più semplicemente in preda all’esasperazione, molti genitori si piegano ai capricci dei bambini, gettando delle basi negative per il corretto rapporto con l’alimentazione.

Prima di tutto, una regola fondamentale: se vuoi che tuo figlio mangi sano, devi dare il buon esempio: non puoi aspettarti che il piccolo mangi frutta e verdura se tu sei il primo a non mangiarla!

In secondo luogo, è giusto tenere conto dei gusti del bambino, ma è importante ricordare che siamo noi adulti a sapere cosa è giusto per lui e la sua salute: non bisogna, quindi, cedere ai ricatti e presentare sempre e solo i piatti che preferisce.
Come rendere quello dei pasti un momento di serenità per tutta la famiglia? Ecco alcuni consigli:

No tablet, no smartphone, no giochi
A tavola si mangia e si condivide quello che è successo durante la giornata: l’uso di tablet, smartphone, giochi ha il solo risultato di distrarre il bambino e renderlo più incline ai capricci.

Coinvolgilo
Non lasciare il bambino in disparte: incoraggialo a prendere parte alla conversazione, chiedi cosa ha imparato a scuola, racconta qualcosa di divertente, fallo sentire parte della famiglia.

Non lo forzare
Più lo forzi a mangiare, più il rifiuto sarà ostinato. Quindi, non inseguirlo per tutta la casa pregandolo di assaggiare qualcosa: tuo figlio avrebbe solo la sensazione di avere il più completo potere su di te.
Come dicevamo, nessun bambino si lascia morire di fame: non costringerlo a mangiare, ma chiedigli di rimanere a tavola con tutta la famiglia. In questo modo capirà che con le regole non si discute e, vedendovi mangiare senza alcuna costrizione, potrebbe spontaneamente chiedere il suo piatto.

Niente ricatti
Non usare il cibo come ricatto. Evita frasi come “se non mangi tutto non esci a giocare”: finirebbero solo per caricare il cibo di una connotazione negativa e per aumentare l’ansia del bambino.

5 pasti al giorno
I bambini dovrebbero fare 5 pasti al giorno a orari regolari: colazione, merenda di metà mattina, pranzo, merenda del pomeriggio, cena. Se tuo figlio è di solito inappetente, evita i fuori pasto.
E, se ha saltato il pranzo o la cena, non cedere alla tentazione di dargli degli snack ma abitualo ad aspettare il pasto successivo.

Piccoli chef
Il cibo è anche divertimento: cerca di coinvolgere tuo figlio mentre cucini, invitalo a manipolare gli alimenti, ad annusarli, ad assaggiarli. Più ne è incuriosito, più è probabile che sviluppi un rapporto positivo con il momento del pasto.

 

Quando non vuole andare all’asilo

Ogni mattina preparare e accompagnare tuo figlio all’asilo è una lotta fatta di pianti e grida? Alla base del suo comportamento c’è la paura di essere abbandonato dai genitori, che accomuna tutti i piccoli fino ai 5-6 anni.
inoltre, i bambini sono abitudinari: quando iniziano l’asilo possono vivere male il distacco dai genitori, soprattutto dalla madre, con la quale hanno avuto, nei primi anni di vita, un rapporto di dipendenza.
È quindi normale che, nelle prime fasi di scoperta della scuola materna, il bambino cerchi la sicurezza del genitore e si spaventi quando lo vede andare via. Non è un caso se molte scuole materne propongono periodi di inserimento graduale, durante il quale vengono coinvolti anche mamma e papà.
Come reagire?

E se l’ansia dell’abbandono…l’avessi tu?
Non solo i bambini provano ansia verso questa nuova situazione, ma anche i genitori!
I piccoli sono sensibilissimi agli umori di mamma e papà: percepire la tua ansia può portarli a pensare che nell’asilo ci sia “qualcosa che non va”, ad aumentare i capricci e addirittura a somatizzare il disagio con mal di pancia e nausea.
Quindi, evita di implorare il bambino di non piangere o di chiedergli se ti vuole ancora bene quando te ne vai: salutalo allegramente e rassicuralo del fatto che tornerai presto a riprenderlo, magari indicandogli un momento preciso (es: dopo pranzo, dopo il sonnellino ecc).

Rassicuralo
Prima di andartene, aiutalo a prendere confidenza con l’ambiente che lo circonda: richiama la sua attenzione sui giocattoli, accompagnalo dagli altri bambini, raccontagli di tutte le belle cose che farà. In questo modo diventerai un intermediario rassicurante tra lui e l’asilo.

Dagli qualcosa di tuo
Un altro trucco per rassicurarlo del fatto che non lo abbandonerai: lasciagli qualcosa di tuo. Chiedigli di custodire per te una penna, un orologio, un fazzoletto e digli che potrà restituirteli quando lo andrai a riprendere.

Non cedere ai capricci
Sappiamo che si tratta del consiglio più difficile, ma non cedere ai suoi capricci: continua a portarlo all’asilo ogni giorno, a rassicurarlo e ad avere pazienza. Di solito, passate le prime settimane, i piccoli si ambientano, capiscono che non c’è nulla da temere e continuano a frequentare serenamente la scuola materna.

Quando nasce un fratellino

Succede spessissimo: nasce un fratellino o una sorellina e i capricci si fanno più intensi, rispuntano comportamenti oppositivi si credevano superati, i musi lunghi sono all’ordine del giorno.
L’equilibrio che era costato tanta fatica raggiungere sembra andare in mille pezzi. Come gestire i capricci dovuti alla gelosia?
Vediamo insieme qualche consiglio:

Mettiti nei suoi panni
Tuo figlio sente di aver perso da un giorno all’altro tutta l’attenzione di mamma e papà: il suo unico modo di essere di nuovo “sotto i riflettori” è fare i capricci.
Cerca di capirlo e presentagli i lati positivi del suo nuovo ruolo di fratello/sorella maggiore: in questo modo si sentirà importante e responsabilizzato.

Non viziarlo!
Spesso i genitori o i nonni cercano di far sentire il bambino più amato e coccolato con regali e giocattoli: nonostante le buone intenzioni, questo può solo rinforzare i suoi capricci.
Ciò che tuo figlio in realtà desidera è essere amato e rassicurato: non servono giocattoli, ma attenzioni, affetto e attività condivise.

Coinvolgilo e preparalo
Nei mesi che precedono il parto, coinvolgi il bambino nei preparativi che circondano la nascita del fratellino/sorellina: chiedi il suo aiuto per preparare la cameretta e scegliere i vestitini, chiedigli quale nome gli piacerebbe dare al nascituro. Parlagli anche con sincerità degli inevitabili cambiamenti che arriveranno ma rassicuralo sempre del tuo amore.
Potete anche leggere dei libri o guardare insieme dei cartoni animati in cui i protagonisti sono fratelli: non sarà difficile per lui identificarsi e tranquillizzarsi!

E dopo la nascita…
Occupati del nuovo arrivato chiedendo l’aiuto del bambino più grande: si sentirà importante e orgoglioso del suo ruolo di fratello maggiore.
Ritagliati anche degli spazi da riservare solo al figlio maggiore, e non dimenticare di dedicargli le tue attenzioni anche mentre ti occupi del piccolo: parlargli e chiedergli della sua giornata mentre, ad esempio, fai il bagnetto al neonato non lo farà sentire escluso.

Non stupirti se…
È possibile e normale che il bambino assuma comportamenti di quando era piccolo, ad esempio mettersi in bocca il pollice, cercare il biberon, rifiutare di vestirsi da solo, bagnare il letto. È una “regressione” che ha l’obiettivo di mettersi allo stesso livello del nuovo fratellino/sorellina e di ottenere le stesse attenzioni.
Anche in questo caso, la chiave è il dialogo: parla con tuo figlio e cerca di capire quali sono i suoi sentimenti verso il nuovo arrivato. E soprattutto: rassicuralo sempre del fatto che non c’è competizione e che i genitori amano i figli allo stesso modo!

 

Le psicologhe di Studio PPT, studio di psicologia a Torino, possono aiutarti a gestire i capricci dei bambini e a comprenderne le motivazioni. Per maggiori informazioni è possibile chiamare il numero 338 8107973 o inviare una mail a info@puntopsicoterapiatorino.it

Gestire i capricci dei bambini Torino – approfondimenti

1) I “terrible two” vissuti con il sorriso. Il punto di vista di una mamma sulla trasformazione della figlia da angioletto a diavoletto.
http://www.giovannagallo.it/2017/03/07/come-sopravvivere-ai-capricci-dei-bambini/

2) Il pianto non è sempre un capriccio: spesso nasconde paure, preoccupazioni, apprensioni che il bambino non è in grado di esprimere a parole.
http://www.crescita-personale.it/genitori-figli/2098/capire-pianto-bambino/5329/a

3) Venti trucchi per gestire i capricci dei bambini in ogni situazione.
https://www.nostrofiglio.it/bambino/bambino-1-3-anni/capricci/i-capricci-dei-bambini-20-trucchi-per-gestirli

4) Nonostante i capricci tendano a diminuire dopo i due anni, alcuni bambini hanno vere e proprie crisi isteriche anche negli anni successivi, di un’intensità tale da spaventare e preoccupare i genitori. Nell’articolo se ne indagano i motivi e si accenna alla classificazione in bambini caldi, freddi e lenti a scaldarsi dei ricercatori Thomas e Chess.
http://www.educare.it/j/rubriche/domande-e-risposte/capricci-e-opposizione/3210-crisi-isteriche-a-tre-anni

5) Gli atteggiamenti isterici e i capricci di tuo figlio non sono inspiegabili: a volte basta solo cambiare il punto di vista.
http://www.bimbiveri.it/2015/02/perche-i-capricci-di-tuo-figlio-non-sono-comportamenti-isterici-inspiegabili-e-misteriosi-e-come-da-oggi-puoi-anche-tu-risolverli-senza-urla-o-sgridate/

 

6) Spesso i genitori sono spaventati dagli attacchi di rabbia dei figli perché non ne comprendono le motivazioni e non sanno come reagire. Nell’articolo si spiega perché la rabbia può essere un’alleata per lo sviluppo psicoemotivo e come rispondere alle richieste di affetto che essa nasconde.
https://www.riza.it/figli-felici/crescita-e-sviluppo/3696/la-rabbia-gli-serve-insegnagli-ad-esprimerla.html

7) I capricci a tavola possono rendere il momento dei pasti un vero trauma per i genitori ma anche per i bambini. Ecco cosa fare e cosa non fare per evitare una “guerra aperta”.
http://www.bambinopoli.it/eta-prescolare/capricci-a-tavola-cosa-fare-se-il-bambino-non-vuole-mangiare/2348/

8) Il significato profondo del cibo, il rapporto tra bambini e alimentazione e una serie di utili consigli per rendere il momento dei pasti meno traumatico.
http://www.milleunadonna.it/salute/rubriche/specialisti/maria-zurzolo/articoli/8356/bambini-inappetenti-cosa-fare-quando-non-vogliono-mangiare-/

 

9) Come trasformare il momento di andare all’asilo in un’occasione di crescita e lasciarsi alle spalle pianti e capricci? Ecco tre regole d’oro e alcuni consigli.
http://www.piusanipiubelli.it/mamme-bambini/crescere-un-bimbo/andare-all-asilo-senza-piangere-con-sorriso.htm

10) Ore sette del mattino, tutti pronti per andare al lavoro e portare il bambino all’asilo. All’improvviso, la tragedia: pianti, lacrime, capricci e rifiuto di uscire di casa. Quali sono i motivi? Cosa possono fare i genitori?
http://www.asilinido.biz/articoli/articoli-e-notizie/se-il-bambino-non-vuole-andare-all-asilo

11) Cinque cose da fare e cinque cose da non fare quando in famiglia arriva un fratellino.
http://www.bambinopoli.it/eta-prescolare/arriva-il-fratellino-5-cose-da-fare-e-5-da-non-fare/2479/

12) Quando arriva “il quarto incomodo”, le reazioni del figlio maggiore possono essere le più svariate ma il comune denominatore è sempre la gelosia, la paura di essere messo da parte e di non essere più amato dai genitori.
Nell’articolo si approfondiscono le radici psicologiche della gelosia e si offrono degli utili consigli per aiutare il bambino a instaurare un rapporto positivo con il neonato.
http://www.psicologiatorino.it/contributi/articoli/44-bambini/172-il-quarto-incomodo-come-trasformare-la-nascita-di-un-fratellino-o-sorellina-da-tramautica-in-esperienza-gradevole-e-divertente