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Nuove scoperte su obesità e binge eating
2017-10-02 Nuove scoperte su obesità e binge eating

Disturbi dell’alimentazione e binge eating

L’abbiamo forse sperimentato tutti: il cibo non serve solo a nutrirsi, ma è anche fonte di piacere, soddisfazione, gratificazione.
Ed è forse proprio la funzione di ricompensa ad interferire con la normale regolazione dell’assunzione di cibo e a condurre all’obesità, un problema ormai di portata mondiale.

Binge eating: un impulso irrefrenabile

Una delle numerose cause di obesità è il binge eating, la cosiddetta “abbuffata” durante la quale si ha la sensazione di perdere il controllo e di essere costretti a ingerire una grande quantità di cibo tutta in una volta.
Studi recenti hanno dimostrato che gli episodi di abbuffata possono essere scatenati anche dalle caratteristiche stesse del cibo su cui si concentra l’attenzione del binge eater: ad esempio, un certo tipo di colore, sapore o consistenza può provocare più di altri l’impulso di mangiare, aggirando così la sensazione di sazietà.

Cibo e gratificazione
Alcune persone, poi, sono più sensibili di altre al fascino del cibo: davanti a un certo tipo di alimenti, pur non provando effettivamente una sensazione di fame, la persona è comunque convinta di avvertirla, con conseguente sovra alimentazione.
Alcuni test, poi, hanno dimostrato che la vista di cibi attraenti attiva una regione del cervello fortemente coinvolta nel meccanismo di gratificazione. Di conseguenza, più il circuito neurale è attivato, più la persona prova desiderio di mangiare, rischiando di sviluppare un disordine alimentare.

Un deficit nelle funzioni esecutive?
Episodi di binge eating e maggiore sensibilità al cibo potrebbero essere dovuti a un deficit nelle funzioni esecutive, ovvero nel sistema che modera i comportamenti impulsivi.
Test condotti su soggetti obesi hanno dimostrato che questi ultimi, in generale, preferiscono ricompense immediate e superficiali rispetto a vantaggi meno immediati ma duraturi. Questo significa che un’alimentazione sregolata è preferita a un’alimentazione equilibrata e ai benefici a lungo termine che essa comporta.
Iniziamo quindi a capire che il “mangiare troppo” non è il solo fattore determinante dell’obesità: altre varianti, forse ancora più importanti, sono la preferenza per una gratificazione immediata, la ridotta capacità di fissare e raggiungere un obiettivo a lungo termine e la difficoltà di distogliere l’attenzione dal “craving” ad altre attività.

Ma cosa significa “craving”?
È un termine inglese che indica la voglia irrefrenabile di cibi ricchi di zuccheri e grassi, che tormenta la persona fino a che il desiderio non viene soddisfatto. Ad essere colpite da craving sono soprattutto le donne.

Mangiare la negatività
Il binge eating è scatenato soprattutto da episodi negativi e dalle sensazioni che ne derivano.
Anche in questo caso viene scelta una gratificazione immediata: piuttosto che affrontare in modo costruttivo le difficoltà, i soggetti preferiscono “affogare” le sensazioni negative in un eccessivo consumo di cibo.
Questo fa sì che molte persone obese abbiano la sensazione di essere dominate da qualcosa al di fuori del loro controllo, con conseguente abbassamento dell’autostima e della fiducia nelle proprie capacità.

Il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta può essere d’aiuto nel recuperare la capacità di porsi degli obiettivi, di mettere in atto i passi necessari a trasformarli in realtà e per affrontare in modo costruttivo le difficoltà che si presentano lungo il percorso.

Binge eating disorder a Torino – parliamone insieme!

In caso di binge eating o di disturbi dell’alimentazione è possibile rivolgersi per un consulto alle psicologhe e psicoterapeute dello Studio PPT, a Torino, chiamando il numero 338 8107973 o inviando una mail a info@puntopsicoterapiatorino.it