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Essere assertivi sul lavoro: rispettare se stessi, rispettare gli altri
2017-09-12 Essere assertivi sul lavoro: rispettare se stessi, rispettare gli altri

Essere assertivi sul lavoro: un’arte che si impara col tempo

Secondo le statistiche, considerando un’età media di 80 anni, trascorriamo circa 100.000 ore della nostra vita in ufficio. Un dato che, a causa dei ritmi frenetici del nuovo mercato del lavoro, si sta alzando sempre di più.
È quindi fondamentale che il posto di lavoro sia un ambiente in cui ci sentiamo soddisfatti di noi stessi e delle relazioni che abbiamo con i nostri colleghi.
Questo non è sempre facile, dato che le persone si dividono in tre categorie: passive, aggressive o assertive. Mentre le prime due si fanno dominare o sono dominanti, la persona assertiva si pone come “il giusto mezzo” tra due tendenze contrastanti.
Ma assertivi non si nasce: si diventa attraverso la pratica e, se necessario, un training specifico.

Essere assertivi: cosa vuol dire?

Il dovere verso noi stessi è più grande di quello verso gli altri.
– Louisa May Alcott –

Il termine “assertività” deriva dal verbo latino asserĕre, cioè affermare. Significa quindi essere in grado di esprimere le proprie opinioni, emozioni e sensazioni in modo efficace.
La persona assertiva è, di solito, una persona sicura, in pace con se stessa, con una buona autostima: sa farsi valere, non si lascia manipolare e non ha paura di esprimere ciò che pensa, anche a rischio di andare controcorrente e scontentare l’interlocutore.
Pur difendendo le proprie opinioni, però, ascolta le ragioni altrui ed è pronta a cambiare idea.
La persona assertiva si assume la responsabilità delle proprie azioni: non colpevolizza gli altri né subisce gli esiti delle decisioni altrui. In caso di conflitto, è in grado di mantenere un atteggiamento calmo e propositivo.

Essere assertivi, quindi, significa riconoscere i propri diritti e bisogni, che vengono affermati senza passività e senza soverchiare gli altri.Attenzione: è facile confondere l’assertività con l’egoismo. In realtà, la persona assertiva fa valere il suo punto di vista ma non calpesta quello altrui. Vuole che i suoi diritti vengano rispettati, ma riconosce quelli degli altri.

Perché è importante essere assertivi?
È importante sviluppare l’assertività in quanto l’uomo è un animale sociale le cui necessità vengono inevitabilmente a scontrarsi con quelle altrui.
Inoltre, non essere in grado di farsi rispettare può creare frustrazione e rabbia che, in particolare nell’ambiente di lavoro, possono sfociare in atteggiamenti passivi o aggressivi e in tensioni spesso immotivate.

Essere felici sul posto di lavoro

La gestione del tempo è solo un insieme di competenze e strumenti che ci aiutano a controllare in modo più efficiente gli eventi nella nostra vita.
– Hyrum W. Smith –

Secondo una ricerca condotta da Gallup, il 70% dei lavoratori americani non è felice.
In Italia, quando si parla di “felicità sul posto di lavoro” pensiamo alla soddisfazione dei dipendenti; gli americani, invece, la intendono come “sensazione di fare la differenza”: cosa significa?
Significa che un dipendente è felice quando si sente utile, quando può contribuire alla propria crescita personale e a quella dell’azienda, quando, insomma, lascia un piccolo segno di sé.

Lo scrittore e uomo d’affari Hyrum W. Smith sostiene che la maggior parte di noi non riesce a raggiungere questa felicità per una dissipazione delle energie, che vengono dirette in occupazioni o distrazioni non produttive.

Come si riconduce questo al nostro discorso sull’assertività sul luogo di lavoro?
È chiaro che la persona assertiva sarà anche quella più felice del contributo che può dare all’azienda e ai colleghi. La persona passiva, infatti, vivrà il posto di lavoro come una “punizione” da sopportare, mentre la persona aggressiva vedrà l’ufficio come un campo di battaglia in cui esprimere la propria superiorità: decisamente una dissipazione di energie che potrebbero essere incanalate in occupazioni più produttive e soddisfacenti!La persona assertiva, inoltre, è abbastanza obiettiva da riconoscere la propria responsabilità nel saper rendere il lavoro più coinvolgente e interessante: invece di concentrarsi sui lati negativi, di lamentarsi o di sfogarsi sugli altri, l’assertivo cercherà di cambiare ciò che non lo soddisfa o di massimizzare gli aspetti positivi.
Spesso, il diverso livello qualitativo nel lavoro delle persone deriva dal fatto che alcune sono concentrate sul raggiungimento degli obiettivi, mentre altre si lasciano sopraffare dalle proprie insicurezze.Passivo, aggressivo, assertivo: tre stili a confronto.

La differenza tra assertività e aggressività sta nel modo in cui le nostre parole e il nostro comportamento influenzano i diritti e il benessere degli altri.
– Sharon Antony Bowers –

Comportamento passivo
La persona con un comportamento passivo tende a dire sempre si, anche a scapito del proprio benessere. Pur di evitare conflitti non esprime le proprie opinioni, che tende a modellare su quelle altrui, e mette in secondo piano i propri bisogni.
Ha difficoltà a prendere decisioni e ha sempre paura di sbagliare: per questo si rimette spesso alle scelte degli altri, che finiscono per approfittarsene.
Proprio per questi motivi una persona passiva ha solitamente una bassa autostima e molta frustrazione repressa.Comportamento aggressivo
La persona con un comportamento aggressivo è convinta di avere sempre ragione, fa di tutto per imporre le proprie opinioni e non teme il conflitto, anzi, spesso lo cerca. Mette sempre al primo posto i propri bisogni e non considera quelli degli altri, verso i quali non nutre alcuna empatia.
Tende a non cambiare mai idea, quando sbaglia non riconosce i propri errori, vede le altre persone come inferiori.
Nonostante il suo atteggiamento, è profondamente insicuro: la sua filosofia è “attaccare prima di essere attaccato”.Comportamento assertivo
La persona assertiva dimostra un “comportamento virtuoso” che si colloca a metà strada tra atteggiamento aggressivo e passivo.
Non giudica gli altri, prende in considerazione il loro punto di vista, non ha problemi a cambiare idea. Prende le decisioni in modo autonomo, senza l’obiettivo di accontentare gli altri (persona passiva) o di manipolarli (persona aggressiva). Non usa le emozioni come “armi” per sminuire l’interlocutore ma è in grado di rimanere calmo e obiettivo anche in situazioni di tensione.Quali sono le caratteristiche di una persona assertiva?

Un disaccordo può essere la strada più breve tra due menti.
– Kahil Gibran –

Vediamo più nel dettaglio quali sono le caratteristiche di una persona assertiva:

Ha una buona autostima
Chi pensa di non valere niente svilupperà un atteggiamento passivo; chi pensa di valere più degli altri si porrà in modo aggressivo.
In ambito lavorativo, la persona assertiva è consapevole del proprio valore e di quello dei colleghi, con i quali collabora esprimendo le proprie opinioni e ascoltando quelle degli altri.

Accetta le critiche senza sentirsi sminuita
Tutti abbiamo ricevuto una critica da un collega o dal capo. Sia le persone aggressive che quelle passive prendono le critiche su un piano personale, ma reagiscono in modo diverso: le prime attaccano e tendono a rimanere ferme sulle proprie posizioni; le seconde si sentono sminuite, si chiudono in se stesse e non reagiscono.
La persona assertiva, invece, vede le critiche come un modo di crescere; se necessario, controbatte esponendo in modo calmo ed equilibrato le sue ragioni.

Non teme di lodare gli altri
Un collega che riceve una promozione, il capo che elogia il lavoro di un altro team: per la persona passiva possono essere tutte conferme della propria mancanza di valore; la persona aggressiva le vivrà come un’ingiustizia e penserà di non essere abbastanza apprezzata.
Una persona assertiva e sicura del proprio valore, invece, non ha problemi a complimentarsi con i colleghi e a riconoscerne il valore: i pregi e i successi degli altri, infatti, non intaccano la sua autostima.

Gestisce i conflitti
Quando si collabora con altri, è normale che possano nascere dei conflitti. La persona passiva si lascerà dominare dalle personalità più forti, quella aggressiva cercherà di far prevalere il suo punto di vista e di imporsi.
La persona assertiva, invece, non perde il controllo e non consente all’emotività di prendere il sopravvento, perché sa anche dai conflitti può nascere un team di lavoro più unito ed efficiente.

Essere assertivi sul lavoro: alcuni esempi

Più è alto il livello di autostima, più una persona tratterà gli altri con rispetto, gentilezza e generosità.
– Nathaniel Branden –

Oggi sappiamo che assertivi non si nasce ma si diventa, grazie ai continui scambi che l’individuo ha con l’ambiente in cui cresce e alle situazioni in cui si trova ad agire.
Ecco alcuni comportamenti che le persone assertive tengono sul luogo di lavoro e dai quali si può prendere spunto:

Non rimandare
La maggior parte delle persone, sul lavoro, tende a rimandare i compiti assegnati. Per quale motivo? Non tanto per mancanza di tempo, quanto per paura di affrontare qualcosa che si ritiene sgradevole.
Mentre i passivi cercheranno di rinviare il più possibile e gli aggressivi faranno di tutto per affibbiare ad altri il compito ingrato, la persona assertiva affronterà la cosa con uno spirito diverso, perché anche un incarico sgradito può essere un’occasione per crescere e imparare.
Inoltre, l’assertivo lavora con un occhio alla crescita del team e sa che la procrastinazione può danneggiare il lavoro degli altri. Anche da questo deriva una gestione efficiente del tempo.

Non “io” ma “noi”
Sul lavoro è importante creare una cultura della cooperazione: per questo è fondamentale usare verbi che esprimano un senso di collettività (“facciamo, proviamo, pensiamo”) e di disponibilità (“penso che”, “credo”, “vorrei”).
Se si devono muovere delle critiche, non vanno mai rivolte all’interlocutore, ma sempre alla situazione che si sta valutando: l’obiettivo è crescere e imparare, non cercare a tutti i costi un capro espiatorio.

No ai troppi “si”
L’assertivo sa porre dei limiti e non accetta che gli altri lo prevarichino: se un collega cerca di scaricare su di lui un lavoro che non gli compete o se il capo gli chiede ripetutamente di svolgere compiti che non rientrano nelle sue mansioni, non subisce passivamente né reagisce in modo aggressivo. Il “no” viene espresso con gentilezza ma in modo fermo ed è accompagnato da motivazioni oggettive.

Esprimiti in modo sicuro
Far precedere le proprie affermazioni da frasi tipo “potrei sbagliarmi”, “è solo la mia opinione”, comunica la sensazione che non valga la pena di ascoltare ciò che si sta per dire.
Inoltre, è importante imparare ad esprimersi con un tono di voce chiaro, facilmente udibile, che comunichi autorevolezza e competenza.
Soprattutto quando si tratta di condividere un’opinione durante un meeting tra colleghi, il timore di vedere ignorata o criticata la propria idea è alto: per limitare il più possibile indecisioni e insicurezze può essere utile preparare mentalmente ciò che si desidera comunicare.A scuola di assertività: il training assertivo

La maggior parte di noi fallisce nel soddisfare i propri bisogni perché diciamo “si” quando dovremmo dire “no”.
– William Glasser –

Chi non è assertivo, nella vita e sul lavoro, può trarre beneficio dal training assertivo, basato sull’assunto che la persona che non ha il coraggio di esprimere i propri bisogni può imparare a comunicarli.

La persona poco assertiva, di solito, attribuisce la propria mancanza di sicurezza a caratteristiche personali come timidezza ed emotività; spesso, in realtà, il problema è da ricondurre alla poca dimestichezza con determinate situazioni sociali.
Bisogna evidenziare, infatti, che molte paure e inibizioni legate al comportarsi in modo assertivo (“non voglio sembrare un egoista”, “gli altri possono allontanarmi se dico ciò che penso”) derivano da costrutti sociali. Di cosa si tratta?

I costrutti sociali sono comportamenti che non derivano dal carattere o dall’interiorità dell’individuo, ma da pratiche culturali e prassi consolidate.

Attenzione: lo scopo del training assertivo non è imparare a imporsi, ma stare bene con gli altri esprimendo i propri bisogni e tenendo conto di quelli altrui, trovando così un equilibrio ideale tra gli estremi di aggressività e passività.Proprio perché l’assertività si esprime all’interno delle relazioni sociali, il training asserivo è concepito come trattamento di gruppo durante il quale a una parte di teoria (cos’è l’assertività, come si esprime, da cosa nascono i comportamenti passivi o aggressivi etc) si affiancano numerose prove pratiche e giochi di ruolo per applicare ciò che si è appreso.

Questo tipo di trattamento può essere molto utile all’interno dei luoghi di lavoro, dove personalità spesso divergenti si trovano a dover convivere e collaborare.Le psicologhe di Studio PPT, studio di psicologia a Torino, possono aiutarti a migliorare la tua assertività: per maggiori informazioni è possibile chiamare il numero 338 8107973 o inviare una mail a info@puntopsicoterapiatorino.it

Essere assertivi sul lavoro Torino-alcuni approfondimenti

1) Nell’articolo, dopo una presentazione del significato dell’assertività, se ne approfondisce il rapporto con la biologia e si introduce il tema del training assertivo.
http://www.intempo-online.com/psicologia/195-assertivi-si-nasce-e-si-diventa.html

2) Le caratteristiche del comportamento passivo, aggressivo e assertivo e i sei ingredienti dell’assertività.
http://catania.liveuniversity.it/2015/11/09/come-essere-assertivo-i-sei-ingredienti-dellassertivita/

3) L’importanza della felicità sul posto di lavoro, intesa come soddisfazione di sé e crescita personale.
http://www.togetherhr.com/blog/alla-ricerca-della-felicita-la-soddisfazione-sul-lavoro/

4) Definizione di assertività ed esempi di comunicazione assertiva nel quotidiano.
https://www.psicocitta.it/crescita-personale/assertivita.php

5) Un articolo in cui vengono suggeriti otto tipi di comportamento assertivo da tenere sul lavoro.
https://www.afcformazione.it/blog/tecniche-di-comunicazione/8-regole-vincenti-di-comportamento-assertivo-sul-lavoro/

6) L’assertività come modo di vivere diritti e doveri, differenza tra assertività ad egoismo, differenza tra comportamento passivo e moralità.
http://www.neuropsy.it/psicoterapia/assertivita/02.html

7) Un approfondimento sui tratti della personalità aggressiva, passiva e assertiva.
https://www.psicocitta.it/articoli-psicologi/301-assertivita-2514.php

8) Nell’articolo si approfondisce il training di assertività, a chi si rivolge, quali sono i suoi obiettivi.
https://www.istitutomiller.it/approfondimenti/training-di-assertivita-in-cosa-consiste

9) L’articolo approfondisce il concetto di assertività, si propongono esempi pratici per applicarla nel quotidiano e si presenta l’utilità del training assertivo.
https://www.counselingitalia.it/articoli/181-assertivitul-lavoro-e-da-chi-faremmo-bene-ad-