Come affrontare il disturbo d’ansia sociale
Solo in America ne soffrono 15 milioni di persone: si tratta del disturbo d’ansia sociale.
Chi ne soffre teme le situazioni in cui c’è il rischio di esporsi allo sguardo critico degli altri, che lo potrebbero giudicare negativamente.
Parlare davanti a un gruppo di persone, partecipare a incontri di lavoro, mangiare in pubblico sono tra le situazioni che tendono a scatenare il disturbo e che, per questo, vengono evitate il più possibile.
Le ripercussioni dell’ansia sociale si avvertono anche a livello lavorativo: si tratta, infatti, di una delle maggiori cause di assenteismo.
Finora, il disturbo è stato trattato con un mix di terapia cognitiva e farmaci ma, secondo una ricerca condotta dall’Università Norvegese della Scienza e della Tecnologia, offrire ai pazienti una cura esclusivamente a base di terapia cognitiva ha un effetto a lungo termine molto migliore rispetto all’impiego dei soli farmaci o a una combinazione dei due: infatti, quasi l’85% dei partecipanti allo studio ha migliorato significativamente la propria ansia o è guarito completamente eliminando del tutto i farmaci.
Ma cos’è la terapia cognitiva?
Si tratta di un approccio in cui il terapista aiuta il paziente ad accettare la sua paura, ad affrontare le situazioni percepite come “pericolose” e a spostare l’attenzione su ciò che si vorrebbe dire o fare in quelle situazioni. L’obiettivo è accettare la sensazione di disagio e spostare il focus dalla propria interiorità verso l’esterno.
Disturbo d’ansia sociale: un esperimento
Secondo M. Nordahl, professore di medicina comportamentale all’Università Norvegese della Scienza e della Tecnologia e capogruppo della ricerca, la combinazione di medicine e terapia cognitiva è una soluzione utile per i pazienti che soffrono di disturbi depressivi, ma che può essere dannosa per chi soffre di disturbi d’ansia sociale.
Nordahl continua dicendo che “i farmaci possono avere forti effetti collaterali e, se le dosi vengono ridotte, i sintomi dell’ansia sociale come tremori, vampate di calore, vertigini tendono a ricomparire. Il risultato è che i pazienti cadono di nuovo in uno stato di ansia acuta”.
Nello studio sono stati coinvolti più di 100 pazienti, divisi in quattro gruppi: il primo ha ricevuto solo farmaci, il secondo ha partecipato solo a sedute di terapia, il terzo è stato sottoposto a una combinazione dei due e il quarto ha preso un placebo.
I gruppi sono stati costantemente monitorati e le loro reazioni attentamente comparate; per ottenere dei dati conclusivi, i ricercatori hanno inoltre condotto un incontro di valutazione con i partecipanti a un anno di distanza dalla fine dello studio.
Durante il trattamento e subito dopo, è emerso che i pazienti dei gruppi due e tre hanno gestito il disturbo ugualmente bene. Ma, dopo un anno, era chiaro che i partecipanti del gruppo due, sottoposti esclusivamente a sessioni di terapia, erano quelli che si sentivano meglio.
In definitiva, i ricercatori sono riusciti ad aumentare il tasso di guarigione in pazienti con disordine da ansia sociale del 20 – 25% senza l’utilizzo di farmaci.
Nordahl e gli altri componenti del team di ricerca si sono impegnati anche per migliorare la terapia cognitiva standard, aggiungendo nuovi elementi per renderla più efficace.
“Stiamo usando la cosiddetta terapia metacognitiva: lavoriamo con i pensieri dei pazienti e con le loro convinzioni nei confronti di quei pensieri. Insegnare loro a regolare il processo di attenzione e allenarli con compiti mentali sono nuovi elementi terapeutici con un enorme potenziale”.
Lo studio potrebbe quindi aprire nuove prospettive nei confronti del trattamento di una patologia tra le più diffuse e invalidanti, riducendo l’impiego dei farmaci e focalizzando l’attenzione sui processi mentali dei pazienti.
Curare i disturbi d’ansia a Torino
Le persone che soffrono di ansia sociale possono trovare grande sollievo in un percorso di psicoterapia: per maggiori informazioni è possibile contattare lo Studio PPT, psicologi a Torino, chiamando il numero
338 8107973 o inviando una mail a info@puntopsicoterapiatorino.it
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